Strano ma vero: succede alla conferenza sul clima di Parigi
Articolo di Arshad Moscogiuri, 5 dicembre 2015
La scienza, così come gli uomini, ha qualche limite: per esempio, confondere il puro esercizio logico con l’intelligenza.
All’ennesima conferenza sul clima del pianeta, quella in corso a Parigi, c’è ancora chi ci tiene a distinguersi per la propria logica, talmente cristallina da essere depurata da ogni traccia d’intelligenza.Ci credereste che manca solo una firma alla "Dichiarazione sui cambiamenti climatici", il documento pubblicato da 12 associazioni scientifiche italiane al summit di Parigi? È quella della presidentessa della SIF (Società Italiana Fisica) Luisa Cifarelli, che insegna fisica sperimentale all'università di Bologna. Ciò che lascia veramente stupiti è la motivazione: non è d’accordo che "l'influenza umana sul sistema climatico è inequivocabile ed è estremamente probabile che le attività umane siano la causa dominante del riscaldamento verificatosi a partire dalla metà del XX secolo". Cioè, la scienziata ci ha proprio tenuto a sottolineare che l’aggettivo “inequivocabile” non è corretto, non è scientifico, non è del tutto appurato. Avrebbe preferito parole come “verosimile” o “probabile”, perché manca una legge fisica che lo dimostri, un’equazione che lo illustri, quell’inequivocabile. Dal punto di vista del metodo scientifico, potrebbe anche avere delle ragioni. Un altro scienziato, biologo dell’Istituto di Scienze Marine del Cnr, le ha così risposto: "Neanche la teoria di Darwin può essere spiegata con un'equazione. Per ottenere la certezza del 100% sul ruolo umano nel riscaldamento bisognerebbe prendere 4 terre identiche, una con l'uomo e le altre senza, e osservare come varia il clima in ciascuna di esse".
In effetti, negli USA stanno insegnando il creazionismo nelle scuole, su questa base logica.
Ma la prof puntigliosa, che tiene alto lo stendardo della scienza grazie alle sue intrattenibili precisazioni, purtroppo ha sbagliato proprio la logica, cioè quel fondamento del suo mestiere che tanto rivendica.
Nella dichiarazione che contesta, la frase afferma che l’influenza umana sul sistema climatico è “inequivocabile”. Per quanto riguarda le cause del riscaldamento climatico, il titubante documento romano definisce le attività umane come causa ”estremamente probabile”, proprio uno degli aggettivi che la cauta luminare avrebbe tanto desiderato.
Ora, vogliamo dire che non è inequivocabile l’influenza umana sul clima? Non si sta quantificando (purtroppo) quest’influenza, si afferma solo che è inequivocabile. Questo non è in alcun modo scientificamente contrastabile. Forse che, quando la Cifarelli si cuoce la pasta, il vapore acqueo da lei prodotto non va a influenzare il clima? È possibile che tutti i gas intestinali degli abitanti umani del pianeta non comportino variazioni nel sistema climatico? In una biosfera, le cose funzionano così. Perdonate se ho fatto esempi citando acqua calda e flatulenze, ma sono quelli che mi sembrano più appropriati allo spessore del dibattito accademico.
Qualcuno ha detto che la posizione di questa scienziata è irresponsabile. Credo anch’io che abbia agito secondo la propria coscienza, non per malevoli secondi fini, e suppongo dunque che il problema sia proprio di coscienza. Molti invece hanno negato e continuano a negare l’evidenza dell’impatto globale dell’inquinamento perché al soldo di enormi interessi.
Mi prendo dunque la licenza di auto-citarmi:
"Dal settembre 2013 in poi (5° rapporto ONU sui cambiamenti climatici, NdA), chi afferma a gran voce che non è vero che stiamo distruggendo la nostra casa, chi minimizza con alterigia e pontifica che questi sono discorsi da abbraccia-alberi, si trova schierato allo scoperto senza potersi più mimetizzare sotto scientifiche spoglie. Chi ancora sostiene queste tesi è probabilmente in malafede, o magari trascura di contemplare una visione ampia e lungimirante. Gli uni vanno smascherati, gli altri aiutati.
Certo è che, con un discreto controllo dei media, sarà ancora possibile sedare per un po' di tempo la percezione globale della situazione ambientale.
Potranno, e possono, continuare a negare anche con le mutande in mano; ma tutti i nomi dei negazionisti, che siano di scienziati, intellettuali, giornalisti, editori o politici, e degli industriali che li sostengono, hanno valicato un confine storico e nella storia rimarranno.
Quelli che hanno asservito la propria intelligenza mercenaria, così come i loro mandanti, troveranno una collocazione nella storia che sarà scritta; saranno studiati dai loro stessi posteri, rimarranno quale monito futuro." (tratto da Fukushima, Global Warming e Competizione, di Arshad Moscogiuri, 2013).